Hong Kong, 1981. Alla
VTech, emergente
fabbrica di giochi elettronici, si decide di cavalcare l'onda del
videogame casalingo realizzando un originale sistema con lo scopo di
demolire il predominio di
Atari e
Mattel che, con i
loro VCS 2600 ed Intellivision, avevano invaso i mercati di tutto il
mondo e realizzato introiti da capogiro.
L'idea in sè è geniale: offrire quello che i concorrenti non hanno,
ovvero la possibilità di programmare su una console da videogioco,
dotandola di una tastiera e vari accessori quali registratore a
cassette, floppy-disk drive, modem, stampante ed espansioni di memoria.
Storicamente non si tratta del primo "ibrido" computer/console: già
l'americana APF nel 1980 aveva prodotto la
"Imagination Machine",
una console che poteva essere espansa fino a diventare un home computer
completo di tutto.
Il progetto CreatiVision è molto ambizioso e prevede l'impiego di
hardware recentissimi quali la neonata CPU
Rockwell 6502A a
ben 2MHz, un processore grafico TMS9929 (TMS9918 per la versione NTSC)
di Texas Instruments
capace di gestire fino a 32 sprites alla bella risoluzione di 256x192
pixel a 16 colori, ed un processore audio sempre Texas Instruments
modello SN76489, capace di produrre suoni su 3 canali mono più un canale
aggiuntivo per il rumore bianco. Insomma, una macchina così potente non
s'è ancora vista per il mercato casalingo - nè per quel che riguarda le
console da gioco, nè sul timido mercato degli home computer, che stava
appena nascendo.
Questa meraviglia tecnologica costerebbe carissima se la base di
sviluppo fosse una ricca fabbrica statunitense o europea... ma il fatto
di avere le linee produttive nella economica Hong Kong ha l'innegabile
vantaggio dell'abbattimento dei costi di produzione. Per questo, al
momento della messa in commercio, il CreatiVision ha un prezzo molto
contenuto, perfino paragonandolo a sistemi ormai "obsoleti" quali
l'Atari 2600 ed il Mattel Intellivision.
Fatto l'hardware, bisogna ora pensare al parco software da presentare
al momento del lancio del sistema. Anche qui, con una logica di
limitazione dei costi, si impiega il metodo più economico ma meno
ortodosso, seppure parecchio in voga nei primi anni '80: la copia
spudorata di titoli di grande successo, cambiando leggermente la grafica
ed i nomi, senza però riconoscerne i diritti d'autore.
Ecco dunque che appaiono titoli quali Police Jump
(Donkey Kong),
Sonic Invader (Space Invaders),
Planet Defender (Defender),
Auto Chase (New Rally-X),
Mouse Puzzle (Loco-Motion),
etc. Tra questi, curiosa è la storia di Crazy Pucker (distribuito anche
col nome Crazy Moonie e Crazy Chewy), un palesissimo clone di
Pac-Man,
in seguito ritirato dal mercato e distribuito in versione modificata in
cui il protagonista diventa una gallina che riempie il labirinto di uova,
inseguita da alcune volpi... il tutto al posto del giallo e tondo
protagonista che mangia puntini inseguito da fantasmi.
Nella prima metà del 1982 il CreatiVision viene immesso sul mercato ad
Hong Kong ed in pochi mesi raggiunge le nazioni europee (Italia,
Germania, Austria, Svezia, Svizzera) ed il Sud Africa, dove viene
commercializzato col proprio nome originale.
In Australia e Nuova Zelanda viene venduto tramite l'importante catena
di elettrodomestici
Dick Smith Electronics,
che invece lo battezza "Wizzard", mentre in Israele viene venduto
(attualmente non siamo certi del nome del distributore) come "Educat
2002".
Le versioni distribuite sono tutte identiche e prodotte completamente a
Hong Kong (comprese le scatole ed i manuali nelle varie lingue) e sono
accomunate dal fatto di essere quasi tutte destinate al sistema televisivo
PAL. Fanno eccezione il Giappone ed El Salvador, uniche nazioni in cui
vengono distribuite ufficialmente le varianti NTSC, particolarmente rare
e ricercate dai collezionisti oltreoceano.
Sempre nel campo varianti NTSC rimangono un mistero: la versione USA,
di cui si sono reperiti pochissimi esemplari forse distribuiti tramite
mail order; un incredibile prototipo reperito in Venezuela che potrebbe
essere stato assemblato su misura per mostrarlo ad aziende interessate
a diventare distributrici in USA o Sudamerica.
Di seguito la lista completa dei distributori nelle varie parti del
mondo:
- Australia e N.Z.: |
Dick Smith Electronics,
Hanimex, Bente International Pty Ltd. |
- Austria: |
Spiel-Sport Stadlbauer |
- El Salvador: |
Kismet |
- Germania: |
Sanyo Video GmbH |
- Giappone: |
Cheryco |
- Israele: |
Educat-Development and Marketing of Learning systems Ltd. |
- Italia: |
Zanussi Elettronica |
- Repubblica Sudafricana: |
Telefunken MicroTek |
- Svezia: |
Elof Hansson |
- Svizzera: |
I. M. Rosengarten |
Il CreatiVision viene accompagnato da una campagna pubblicitaria di
tutto rispetto in cui vengono continuamente osannate le straordinarie
potenzialità dell'hardware, si fanno paragoni con il
Commodore Vic-20,
l'Atari 400 ed il
Radio Shack TRS-80,
si mostrano belle schermate dei giochi in azione e la ricca schiera di
periferiche opzionali - molte delle quali non vedranno mai la luce e
resteranno solo a livello di "mock-up".
In Australia il Wizzard viene accolto con gran successo, grazie anche
alla popolarità dell'eccentrico imprenditore
Dick Smith
ed all'ampia presenza dei suoi supermercati dell'elettronica in cui il
sistema veniva venduto in esclusiva. Alla Dick Smith Electronics non ci
si occupa solo di vendere console ma anche di produrre software (giochi
e utility) su cassetta, da vendere a basso costo ai numerosi possessori
della cartuccia del BASIC e del registratore a cassette. Viene inoltre
creata una nuova linea editoriale tramite cui vengono pubblicati diversi
libri di programmazione che riscuotono un grande successo. La Dick Smith
Electronics si occupa del Wizzard fino al 1985, anno in cui ne abbandona
le sorti, lasciando spazio alla concorrente Bente che ottiene la licenza
dalla VTech per distribuire il CreatiVision ed il suo software in
versione originale - non Wizzard!
In Nuova Zelanda la Dick Smith vende il Wizzard in un package un po'
particolare: anzichè avere la cartuccia di Sonic Invader inclusa, ha
l'interprete BASIC. Questo per aggirare la legge che, a quel tempo,
vietava la vendita e l'importazione di console da videogioco dall'estero.
Con questo stratagemma, il Wizzard veniva pubblicizzato come un home
computer. Si pagava sempre una tassa doganale molto alta, ma almeno
lo si poteva avere.
Solo in Giappone si hanno notizie di scarsissimi risultati nelle
vendite. Forse il già ricco mercato nipponico non ha spazio o guarda con
diffidenza verso questo nuovo ibrido proveniente da Hong Kong.
Nell'ottica di scambiare conoscenze tra i vari appassionati di questo
emergente computer, nascono qua e là alcuni fan club, di cui il
principale è il "CreatiVision Club" avente come base Hong Kong presso la
stessa sede della VTech. Gli abbonati ricevono una newsletter periodica
e possono usufruire di notevoli sconti per le riparazioni e l'acquisto
di software. Dopo la messa in commercio della serie di home-computer
Laser, il fan club cambia nome in "Laser Computer Club" ed apre filiali
in altre nazioni, tra cui l'Italia.
Un altro fan club di notevole importanza ha base a Melbourne
(Australia) e si chiama "Wizzdom". Il suo fondatore,
Barry Klein,
scrive una interessantissima newsletter trimestrale, usando la propria
macchina da scrivere e tanta fantasia. I contenuti sono prettamente
tecnici ed affrontano aspetti "ingegneristici" del CreatiVision/Wizzard.
Wizzdom vive tra il Gennaio 1984 e la prima metà del 1985, mentre il fan
club ufficiale "Laser" continua ad esistere almeno fino al 1988.
Probabilmente per tentare di rivitalizzare le vendite non proprio
eccellenti, nel 1983 la VTech cambia nome e forma al CreatiVision.
Nascono tre nuove versioni, tutte destinate al mercato australiano e
neozelandese: Rameses (che viene venduto tramite
Hanimex),
Funvision (venduta da Dick Smith) e VZ-2000 (forse per il mercato
francese). Queste hanno forma diversa dal "vecchio" CreatiVision, ma
ne condividono l'hardware. Unica eccezione: non appare il logo
"CreatiVision" sulla TV all'avvio dei giochi, cioé viene rimosso dal
BIOS della console. Le nuove console hanno anche la stessa forma ma
diverse colorazioni e adesivi ed hanno uno slot cartucce differente da
quello del CreatiVision, per impedire l'uso dei "vecchi" giochi sulle
nuove console.
Poco dopo alla VTech ci si prepara per una nuova sfida: andare oltre il
videogame e dedicarsi esclusivamente al nascente mercato
dell'home-computing. Viene prodotta una nuova linea di computer,
chiamati "Laser", che vedono una discreta diffusione grazie ai prezzi
particolarmente contenuti ed un hardware ben consolidato (solitamente
basato sullo
Zilog Z80).
Anche il CreatiVision subisce questa nuova scelta dell'azienda, e viene
messo in commercio il "CreatiVision Mark-II". In realtà altro non è che
una revisione dell'hardware per renderlo compatibile con nuove
periferiche (mai rilasciate) ed un nuovo loghino tricolore. In alcuni
modelli viene inoltre aggiunta la scritta: "Laser 500". Con questo
stratagemma si cerca di cancellare per sempre l'eredità "giocosa" della
VTech, spacciando la console per un nuovo computer.
L'ultimo capitolo di questa storia vede protagonista il Laser 2001,
commercializzato a partire dalla seconda metà del 1983 ed erede naturale
del CreatiVision, con il quale condivide gran parte dell'hardware e la
compatibilità delle cartucce-gioco. Gran parte di queste vengono
ripubblicate con nuove scatole recanti la scritta "Laser 2001" e grafica
coordinata.
Di notevole interesse è l'adattatore per giocare i titoli
ColecoVision, più
volte annunciato per CreatiVision ma che viene infine prodotto per il
Laser 2001. Pochi esemplari vengono venduti in Finlandia, dove il
computer viene distribuito dalla
Salora col
nome di "Manager". Una descrizione completa di questa periferica è
disponibile al web-museo
Pelikonepeijoonit.
Tuttora non si hanno prove certe dell'esistenza di una versione
compatibile col CreatiVision, anche se il modulo viene menzionato tra le
periferiche compatibili con il modello Mark-II.
[Ultimo aggiornamento: 8 agosto 2024]
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